LA TECNOLOGIA CHE TI COSTRINGE A MUOVERTI | Intervista a Margherita Landi
LA TECNOLOGIA CHE TI COSTRINGE A MUOVERTI | Intervista a Margherita Landi
CHRONversazioni su arte ed emerging technologies con l* artist* che creano sul campo!
Conosci Margherita Landi, danzatrice, coreografa e artista XR italiana.
Il suo Landi’s Cube, un sistema di creazione coreografica in tempo reale, permette un silenzioso dialogo tra coreografo, alla guida del dispositivo, e il performer, che indossando un visore per VR si lascia guidare dalle indicazioni che riceve attorno a sé (guarda un video dell'esperienza qui). In questa intervista, avremo l'opportunità di conoscere meglio i suoi primi passi, il suo processo creativo e le necessità della sua ricerca!
Iniziamo con un gioco! Immagina di essere la protagonista di un GDR, completamente personalizzabile per nome, aspetto, obiettivi, attitudine e abilità speciali. Ci fai conoscere meglio Margherita attraverso questo suo doppio?
Mi immagino sicuramente un gioco di ruolo fantascientifico con robot umanoidi. Il mio personaggio è un ibrido umano-macchina inscindibile, non si sa se sia nata prima come umano o come macchina.
Sei un’artista XR - hai lavorato con la realtà virtuale e con la realtà mista, con l’immersivo e l’interattivo - c’è una modalità per cui propendi o è proprio nell’estensione delle realtà possibili che trovi il motivo di creare? Da dove è nata la necessità?
Facciamo un passo indietro. Prima di lavorare con le XR, ho lavorato con altre tecnologie. Provengo dall’antropologia e dalla danza e queste due strade per me si sono incrociate sulla tecnologia. Inizialmente mi interessava la proiezione emotiva che si può attuare sul digitale, mi sono interessata di social, nel 2012 ho iniziato a fare video con il cellulare… mi piaceva l’idea del wearable, la facilità nell’accesso alla tecnologia che apre all’ inclusività e che innesca meccanismi di proiezione emotiva su uno spazio che ancora non conosciamo. Lo step successivo è stato la realtà aumentata, aggiungere elementi non visibili alla realtà, proiezioni immersive… Poi sono scivolata nella realtà virtuale per il fatto che permette un embodiment totale. Da danzatrice ho proprio pensato: “È tutto lì”! È una tecnologia che ti costringe a muoverti, anche solo per guardare un video si passa dalla fruizione passiva a quella attiva.
Corpo e digitale. Nel passato hai parlato di passaggio dallo schermo al corpo. In quale direzioni hai indagato questo percorso, finora? Ti sei sempre mossa portando il digitale verso l’umano o anche viceversa?
In realtà ho iniziato dall'umano al digitale. Il primo progetto che ho fatto, Dance for Smartphone (puoi vederlo qui!), mi ha portato a fare in un anno quasi 40 video. L’idea era questa: visto che ho un cellulare che mi permette di fare un video dovunque io sia, posso raccontare come mi sento in alcuni ambienti, alla ricerca dell’ispirazione, per capire da dove arriva, come regolarizzarla ed esplorarla meglio… e quindi come vedevo uno spazio che mi intrigava mollava tutto, appoggiavo la borsa, mettevo il cellulare, ballavo e lo caricavo poi su YouTube. Il primo passaggio è stato vedere come il mio corpo si relazionasse con la telecamera e con il social e quindi come la mia immagine venisse proiettata nel digitale.
Da lì ho iniziato a fare video, il trend fino al 2018 è stato riprendere momenti irripetibili e dargli un senso, non tanto per cercare di ripeterli ma per cercare quella chiave che ti permette di avere altri momenti del genere. Nel 2018/2019 c’è stata un'inversione - dallo schermo al corpo - , un periodo in cui mi interrogavo su cosa mi arriva dallo schermo, su come ricevo certi stimoli a volte anche inconsciamente. Anche Agnese Lanza [danzatrice e coreografa, collabora con Margherita dal 2019 N.d.R.] aveva lo stesso tipo di interesse: da uno schermo, quanto riesco a prendere del movimento? Quindi si fece questo periodo in cui si copiava da proiezioni lontane, da schermi della televisione, del telefono, del computer… e poi a un certo punto, graduale ma inevitabile, questa frontalità è diventata noiosa e ho portato tutto su un visore per essere più libera.
Ti occupi di real-time digital-directed performance con il sistema Landi’s Cube. Cosa ti affascina della conduzione in tempo reale di un dispositivo in scena? Hai trovato con le nuove tecnologie l’interesse ad espandere il tuo controllo in modo invisibile o faceva già parte della tua ricerca?
Faceva già parte della mia ricerca, mi interessa da quando studiavo improvvisazione, instant composition, era una cosa che mi ossessionava. Mi affascinava proprio per la verità che emerge nell’improvvisazione… mentre improvvisavo non avevo la sensazione di interpretare, ero io, vera, che portavo avanti un’azione concreta. Quindi è nato un po' tutto da quest'idea che se sono presa in un'azione concreta la mia reazione è una reazione vera, non è interpretata, senza scarto dalla realtà.
Il fatto di comporre in tempo reale permette al danzatore di mettere completamente da parte l'ego o qualunque idea si possa fare di come si vede da fuori, è costretto a stare nella logica pratica e concreta del dover seguire un'indicazione, sollecitando anche una parte emotiva… Arriva sempre il momento in cui faccio vedere al performer il cubo gigantesco per la prima volta e gioco proprio su quello, magari dopo averlo tenuto tanto in un cubo piccolo: quel momento di “Oddio, che è successo?” è vero, e se io riesco a riprodurlo in scena sono soddisfatta. Per questo è necessario che i danzatori non conoscano la traccia coreografica.
E infine mi piacerebbe chiudere con un altro gioco. Se potessi collaborare con un* altr* artist* (in vita o meno) nel campo delle nuove tecnologie, chi sarebbe e perché? Cosa creereste insieme?
Sogno. Bill Viola. Mi piace il suo lavoro sull’immaginario spirituale e sull’al di là, sull’ immaginario cristiano perché lo sento forte anch’io, anche come retaggio sul corpo, nonostante io adesso sia buddista. La cosa che trovo affascinante è che lui te lo mostra come dinamica fisica.
Nella foto, Landi's Cube di Margherita Landi
Proofreading a cura di Leonardo De Simone
Margherita Landi
Coreografa, XR dance artist, videomaker, è dottoranda presso la Portsmouth University in “Performance Practice through XR technology”. Dal 2010 il suo lavoro artistico ha iniziato a concentrarsi in studi pratici e teorici su percezione e attenzione, per poi estendersi dal 2014 a una riflessione su corpo e tecnologia, sulla trasformazione dei rituali e dei processi di elaborazione emotiva messi in atto dall’interazione digitale. Nel tempo ha esplorato Augmented Reality (AR), Virtual Reality (VR), Projection mapping e diversi social media.
Da Il Signore degli Anelli a Evangelion e Ace Attorney, ha imparato che il giusto team fa la differenza! Creare esperienze magiche e network duraturi è la sua mission: unire talenti da ambiti inaspettati per fare in modo che 1+1 sia uguale a 3! Dalla recitazione passa alla danza contemporanea e al social media management: non c’è un modo giusto di dire le cose, solo il più utile! Da più di 3 anni è un fante di SEPHIROT® e ora organizza le spedizioni in avanguardia CHRONES.! Allons-y!
LA TECNOLOGIA CHE TI COSTRINGE A MUOVERTI | Intervista a Margherita Landi
CHRONversazioni su arte ed emerging technologies con l* artist* che creano sul campo!
Potere High Tech
Senso di community
Volontà di Storytelling
Agilità in Gamification
Spirito Futuristico
Queste sono le caratteristiche di questo articolo. Come ogni GDR che si rispetti, ti indicheranno cosa aspettarti dalla lettura, da 1 a 5!
Post Recenti
Speriamo tu abbia trovato
questo articolo utile!
Hai bisogno di noi per qualcos'altro?
CHRONES. SRL start-up innovativa. Via Mons. Santeramo, 23, 76121 Barletta.aP.IVA/C.F. 08822590728 REA BA 652634. Capitale sociale: € 10.000,00 | Privacy Policy | Cookie Policy
CHRONES. SRL start-up innovativa. Via Mons. Santeramo, 23, 76121 Barletta. P.IVA/C.F. 08822590728 REA BA 652634. Capitale sociale: € 10.000,00 | Privacy Policy | Cookie Policy